Tre anni.
Tre anni da quando è nata Mentor&Faber.
Tre anni fa eravamo alle porte di un passo importante, sfidante, desiderato, voluto, immaginato, progettato e costruito rubando tempo al sonno ed energia ovunque.
Tre anni fa discutevamo, ci confrontavamo, tremavamo ma soprattutto trepidavamo.
Era la nostra idea, a metà strada tra una missione e un nuovo modello di business: realizzare una società di head hunting e consulenza che si fondasse su principi chiari e rispettati, il valore delle persone in primis, la trasparenza dei processi, una comunicazione chiara e condivisa anche all’esterno, un rapporto personale con i nostri clienti.
Tre anni e siamo qui a festeggiare e a condividere questo piccolo grande traguardo accettando di raccontarti qualcosa in più di noi. Lo facciamo attraverso un’intervista quadrupla a cui ci siamo sottoposti per permetterti di conoscerci meglio e di conoscere meglio anche Mentor & Faber
Buona lettura!
Se foste I fantastici 4, tu chi saresti dei 4 e perché?
Massimiliano: “Mi ritrovo nelle caratteristiche de La Cosa ovvero resistenza e agilità, pelle rocciosa e capacità polmonare fuori misura. Nel lavoro ci vuole un buono scudo per portare avanti le proprie idee ed i propri principi oltre che “fiato” per confrontarsi con colleghi e clienti.”
Pamela: “Direi la Donna Invisibile. È l’unico personaggio a poter esercitare i suoi poteri anche a vantaggio degli altri, creando campi di forza indistruttibili che difendono il gruppo. E questa cosa mi appartiene. E poi, l’invisibilità è un potere che da bambina avrei desiderato tantissimo per fare dei dispetti senza essere beccata. Posso dirlo? ;-)”
Giuseppe: “Io sarei Mr Fantastic, mi assomiglia per la sua capacità di entrare nelle dinamiche operative delle realtà adattandole alle necessità. Allo stesso modo anch’io cerco di trovare sempre il modo di lavorare con flessibilità, strategia e metodo per affrontare i continui cambiamenti e gli imprevisti. “
Michele: “Sarei Torcia Umana perchè spesso è solo questione di creare l’innesto, le persone o le aziende nella maggior parte dei casi hanno tutto per poter “far accadere le cose”, quello che manca loro è l’innesco e il “controllo” di quello che potrebbe succedere.”
Qual è il tuo super potere in Mentor&Faber?
Massimiliano: “Lavoro nella consulenza commerciale e il mio superpotere è trasmettere le best practices che ho appreso girando per il mondo ed evitare alle aziende di incorrere negli errori tipici dei progetti di internazionalizzazione.”
Pamela: “L’intuito nella ricerca e selezione di Middle e Top Manager. E una sopportazione titanica, con i miei tre compagni di viaggio.”
Giuseppe: “Il mio ambito di lavoro riguarda la pianificazione di strategie commerciali ed il metodo è il mio faro. Costruisco procedure che testo continuamente, sempre misurabili e allo stesso tempo flessibili per rispondere alle continue evoluzioni del mercato.”
Michele: “Mi occupo di HR operation e organizzazione interna e mi viene riconosciuta la capacità di ripercorrere a ritroso le situazioni complicate per andare alla ricerca delle aree di miglioramento. La capacità di ridurre la complessità e intercettare le criticità è un superpotere?”
Da “questo post” di Michele abbiamo capito che la scelta del nome Mentor&Faber non è stata facile. Qual è la tua personale interpretazione di questo nome?
Massimiliano: “Supportare le aziende nelle idee e nei fatti, ma soprattutto attraverso i fatti.”
Pamela: “Quando penso a come è nato il nome, mi emoziono. Perché come ha scritto Michele, è successo davvero di notte. E quanto ci siamo divertiti in quel brainstorming durato per giorni… sono uscite anche delle proposte irripetibili. Mentor&Faber è una dichiarazione: quello che vogliamo essere con clienti e candidati. Siamo consiglieri di fiducia, ma ci piace anche sporcarci le mani.”
Giuseppe: “Pensare e fare: alla base di qualsiasi risultato c’è una idea di strategia che si traduce in attività concrete, ripetute e rinnovate strada facendo.”
Michele: “Scegliendo Mentor&Faber abbiamo accostato l’inglese al latino anche per sottolineare l’importanza di guardare avanti con uno specchietto retrovisore sempre ben saldo.”
Se Mentor&Faber fosse una forma geometrica, quale sarebbe e perché?
Massimiliano: “La figura dell’infinito, perché è solo dal continuo ciclo di analisi-esecuzione-analisi-esecuzione che si possono ottenere risultati tangibili e replicabili.”
Pamela: “Un quadrato. Ben poggiato a terra, stabile, affidabile, concreto. Al suo interno ci si può iscrivere facilmente un cerchio. Che, senza scomodare la perfezione, ha in sé infinite potenzialità nascoste.”
Giuseppe: “Un trapezio perché il punto di partenza ed i nostri obiettivi (le basi) sono uniti da percorsi obliqui (i lati) a volte irti e altre più semplici, e durante il cammino spesso si raggiungono nuove conoscenze (forme) modificando i punti di vista (la lunghezza, l’altezza e gli angoli).”
Michele: “Un cerchio, anzi una serie di cerchi come le olimpiadi. Avere molti cerchi da cui attingere è il valore per chi sceglie M&F.”
Ma torniamo a te, se tu fossi una lista di ingredienti (materie prime reperibili in una cucina ben fornita), quali sceglieresti e perché?
Massimiliano: “Pane con l’uvetta, perché il pane è la base per andare avanti sempre e l’uvetta (ogni tanto) è quel sapore in più che può cambiarti la giornata.”
Pamela: “Sarei gli ingredienti di una pizza perché è un piatto che mette d’accordo tutti, è semplice ma buona, favorisce la convivialità.”
Giuseppe: “Scelgo senza dubbio la pasta, può essere condita in vari modi e con diversi ingredienti (conoscenze), cucinata con tempi differenti e da rispettare (apprendimento) ricca di carboidrati (energia) e solitamente è il piatto iniziale (le fondamenta).”
Michele: “Io sarei l’olio, perché puoi avere anche i migliori ingredienti ma serve qualcosa che renda possibile il legame tra gli ingredienti e che faciliti la cottura. Credo sia un po’ il compito di chi ha passione nelle risorse umane.”
Domanda corale: dovete realizzare una cena a nome Mentor&Faber scegliendo tra gli alimenti appena citati, cosa ci portate in tavola? (e perché, of course)
Pizzette miste di antipasto, una pasta aglio, olio e peperoncino come piatto forte e come dolce una fetta di pane con l’uvetta tostata accompagnata da un cucchiaio di crema diplomatica. Ebbene sì, siamo un team dove i “carboidrati” vanno forte ma soprattutto dove gli elementi essenziali e insostituibili sono alla base della nostra coesione e anche della nostra professionalità.
Mentor&Faber non siete solo voi 4, c’è un team di persone, partner e temporary manager che lavora con voi.
Tornando alla metafora della cucina, quali ingredienti avete aggiunto nella vostra cucina nello scegliere chi lavora con voi?
Allargare la squadra ci è servito a riempire la nostra cucina di ingredienti indispensabili e, perché no, a poter offrire un menù più ampio e appetibile. Abbiamo aggiunto le vitamine tipiche delle persone giovani; le proteine che sostengono l’allenamento e la crescita arrivano da quelle persone che collaborano con noi per ampliare e approfondire i nostri servizi. Persone che ci supportano nella gestione di progetti articolati e complessi. Abbiamo scelto anche “persone piccanti” che ci stimolano e ci aiutano a guardare sempre un po’ oltre.
Mentor&Faber ha due sedi: una a Verona e una Milano. Se potessi scegliere un altro luogo dove aprire la terza, quale città o paese sceglieresti?
Massimiliano: “Tel Aviv, mare, clima mite, mentalità aperta, regole precise.”
Pamela: “Una città europea. Oggi siamo presenti all’estero con delle partnership per la ricerca e selezione di middle e top manager, ma se dovessi sognare in grande decisamente mi piacerebbe pensare di andare oltre i confini con una sede tutta nostra.”
Giuseppe: “Una città in una regione e in uno stato diversa da quelle in cui siamo… vorrebbe dire ampliare le opportunità: non importa “dove”, quel che conta è “come”.”
Michele: “Mi piacerebbe una grande capitale del nord Europa, dove un sistema di lavoro completamente diverso dal nostro potrebbe contaminarci e quindi migliorarci.”
Dopo 3 anni di lavoro qual è la cosa per cui sei più soddisfatto/a di questo progetto?
Massimiliano: “Aver capito le luci e le ombre dell’essere imprenditore.“
Pamela: “Il 2020 è stato un grande banco di prova. A marzo pensavo che non ce l’avremmo fatta. Una startup all’inizio del suo secondo anno di vita, come avrebbe potuto parare il colpo di una pandemia mondiale? La risposta è arrivata giorno dopo giorno, con l’impegno di tutti. E alla fine ce l’abbiamo fatta alla grande, è stata una soddisfazione che va oltre l’immaginazione!”
Giuseppe: “Vedere che sappiamo raccogliere noi – in modo condiviso – i risultati dei nostri sforzi senza essere subalterni alle inettitudini altrui.”
Michele: “Mi riempie di soddisfazione il fatto che la maggior parte di chi ci ha scelto una volta continua a farlo anche dopo. Per noi ogni relazione è decisiva e per questo la coltiviamo con cura e attenzione.”
Se dovessi scegliere una parola per il futuro quale sarebbe?
Massimiliano: “Affermazione. È uno dei nostri obiettivi, affermare i nostri valori, il metodo, la visione di una consulenza che parte dalle persone per arrivare alle persone, una consulenza che genera cambiamento.”
Pamela: “Ne scelgo due: coesione e ambizione. La coesione nasce dalla chiarezza e dalla condivisione degli obiettivi, prima di tutto tra noi 4 e poi con tutto il team. L’ambizione è necessaria a migliorarsi sempre, a non sentirsi mai “arrivati” e quindi a diventare grandi un passo alla volta.”
Giuseppe: “Scelgo appartenenza, chi collabora “in” o “con” M&F deve sentire questa forza che coinvolge professionalmente ma anche affettivamente, capace di sviluppare quello spirito di unità necessario ad ogni vera impresa, grande o piccola che sia!”
Michele: “La parola che scelgo è “storia” perché per arrivare lontano è fondamentale sapere da dove si è partiti, con che bagaglio e che strada si è deciso di percorrere. Se ci si dimentica delle radici, il rischio di perdersi è più grande.”
Questi siamo noi e questa è Mentor & Faber, buon compleanno a noi e cin cin con te che hai deciso di esserci in qualche modo.