Costruire un pacchetto retributivo interessante: RAL, benefit e welfare… c’è altro?

Momento delicato, talvolta critico, di un processo di selezione è la fase relativa alla messa a punto di un’offerta economica necessaria a portare a bordo la persona scelta.

I fattori da considerare sono diversi: RAL, benefit, welfare… ma c’è altro?

Sì, in realtà c’è altro e in questo articolo proviamo a fornirti un punto di vista più ampio ma anche più preciso che ti consenta di affrontare questa fase con più strumenti e maggior sicurezza.

Intanto partiamo con il dire che la questione economica e retributiva non va considerata solo alla fine di un processo di recruiting, anzi.

La prima riflessione legata al vil denaro va fatta a monte, prima ancora di incontrare i candidati. Nell’affrontare una ricerca infatti, l’azienda deve avere il più chiaro possibile il posizionamento economico della figura che sta cercando e valutare altresì le proprie disponibilità ovvero definire un budget per la figura in questione.

Come e quando affrontare il tema retributivo durante un processo di recruiting

Durante un processo di selezione, noi siamo soliti chiedere fin dal primo colloquio quale retribuzione sta percependo il candidato, ma la domanda più importante è quella subito dopo: “Per quale retribuzione saresti disponibile a cambiare?”

Questa informazione va verificata fin dall’inizio per spianare la strada da eventuali incomprensioni o equivoci.

Chiariamo subito che la retribuzione da sola non sarà mai elemento sufficiente per convincere una persona a lasciare un lavoro e accettarne un altro. I fattori che chiunque considera sono sempre numerosi.

Ma chiarire o esplicitare questo punto fin dalle prime fasi, semplifica i passaggi e gli approfondimenti successivi.

Attenzione però. Fino ad ora abbiamo sempre parlato solo di retribuzione ma quando dobbiamo fare un’offerta a un candidato non possiamo limitarci a indicargli una retribuzione.

È preferibile quindi parlare di pacchetto retributivo, che include: 

  • RAL, ovvero retribuzione annua lorda e vogliamo sottolineare la parola LORDA. Ti consigliamo infatti di ragionare sempre sul lordo e mai sul netto in questi casi
  • Benefit se presenti
  • Premi di risultato se presenti
  • Welfare

I benefit: quanti sono e quali rendono l’azienda più appetibile? 

Si chiamano fringe benefit quei benefit aziendali accessori, che vengono definiti anche “compensi in natura”, e che non vengono dati sotto forma di denaro, ma come beni e servizi.

I fringe benefit più comuni sono l’auto aziendale, l’auto a uso privato, l’abitazione in affitto nei pressi dell’azienda, il telefono cellulare, il computer portatile o il tablet, i buoni pasti o buoni spesa.

Oggi, dal nostro osservatorio, l’auto è un fringe benefit di grande valore. Possiamo asserire che il valore percepito dal dipendente, nella maggior parte dei casi, supera l’effettivo costo sostenuto dall’azienda.

Per quanto riguarda invece telefono e PC, è scontato dirlo ma non vogliamo lasciare nulla al caso, questi non sono più considerati dei benefit dal dipendente ma strumenti di lavoro. Il loro appeal è molto molto basso.

I fringe benefits vengono solitamente disciplinati attraverso il contratto individuale tra azienda e lavoratore e concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente. Essendo parte della retribuzione quindi, i fringe benefit sono oggetto di tassazione.

È questa una delle differenze tra fringe benefit e flexible benefit.

Con questa seconda dicitura si intendono una serie di beni o servizi che l’azienda eroga oltre alla retribuzione e che si collocano all’interno delle politiche di welfare aziendale. 

Hanno lo scopo di migliorare la vita privata del lavoratore e aumentare quindi il suo commitment verso l’azienda.

Fa bella mostra di sé, in questa categoria di benefit, lo smart working, ovvero la possibilità di lavorare per un tot. di giorni al mese da remoto.

E su questo punto vogliamo condividere con te quanto, questo fattore, stia diventando l’elemento capace di spostare l’ago della bilancia della scelta di un candidato.

Non diciamo niente di nuovo ma vogliamo sottolineare come oggi, il valore per molte persone, si sia spostato da beni materiali a beni immateriali legati al benessere e al work life balance.

Anche la formazione genera valore e rende appetibile un’azienda. Per un lavoratore, poter contare su un budget per gestire il proprio sviluppo professionale e personale senza doversi limitare agli aggiornamenti di settore o tecnici (che in alcune realtà sarebbero già tanta roba), ha spesso un grande significato e concorre a generare motivazione e interesse.

Nei flexible benefit troviamo anche asili nido, lavanderie, borse di studio, assicurazioni sanitarie, abbonamenti al trasporto pubblico e così via. Nelle aziende più strutturate il lavoratore di solito ha la possibilità di scegliere i benefit che più si adattano alle sue esigenze.

I flexible benefits, a differenza dei fringe benefit, godono di un trattamento fiscale agevolato e sono esenti dal pagamento di tasse e contributi perché non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente. 

Welfare e Welbeing: cosa pesa di più?

Sulla scia di quanto scritto finora non possiamo non allargare lo sguardo e ribadire quanto, a fare la differenza in un’offerta economica, non sia più solo la cifra che comparirà in busta paga ma una serie di attenzioni e beni che non possiamo più definire accessori.

Sempre di più, infatti, si sente parlare di Wellbeing e non più di Welfare.

Il Wellbeing è una sorta di upgrade del welfare ed è il frutto di una cultura aziendale che promuove il benessere delle persone al lavoro, come fattore imprescindibile della loro produttività ma anche come valore a sé stante. Un valore che non può più essere sacrificato e tantomeno ignorato.

Wellbeing, RAL, benessere aziendale e tanto altro per decidere se cambiare luogo di lavoro.

Mentre il Welfare si focalizza su incentivi e benefit in busta paga, sconti e convenzioni, ecc…, il Wellbeing promuove un benessere non solo economico e finanziario, ma anche e soprattutto psicofisico.

Una persona non attenta alla propria salute infatti, regge meno lo stress, è meno concentrata e si ammala di più e quindi è meno presente ecc…

E quando parliamo di Salute intendiamo la salute globale dell’individuo: fisica, emotiva e psicologica. Si realizza quindi attraverso iniziative che riguardano lo sport e il prendersi cura di sé (alimentazione, riposo, stile di vita ecc…) e con attenzioni e azioni legate allo sviluppo del capitale relazionale interno all’azienda, iniziative dedicate allo sviluppo personale attraverso percorsi di counseling o di coaching ecc…

Creare un pacchetto retributivo è più importante che stabilire una retribuzione

Abbiamo capito quindi, che creare un pacchetto retributivo è più complesso ma anche più efficace che parlare di retribuzione.

Quando vogliamo portare a bordo una persona dobbiamo smettere di pensare che quella persona valuti un cambio per i soldi e provare a comprendere quali sono le leve motivazionali, i bisogni così come i desideri di quella persona e infine le condizioni per le quali sarà disposta e anzi felice di entrare nella nostra realtà.

Ci troveremo a scoprire che una RAL alta potrebbe non essere così appetibile in mancanza di altre condizioni e beni.

Parlare da pacchetto inoltre ci consente di ampliare l’area di negoziazione. Non dovremo fare un tira e molla sui numeri ma avremo più leve sulle quali confrontarci con il candidato per trovare davvero la quadra che soddisfa entrambi.

Conclusioni

Questo che hai letto non ha la pretesa di essere un articolo tecnico né di esaurire il tema.

Siamo però convinti che sia importante sviluppare maggior consapevolezza anche su questi argomenti. Vale per le grandi aziende ma è ancora più importante per le PMI che potrebbero trovare difficoltà nel reclutare personale di valore.  

Quando siamo in fase di negoziazione abbiamo e avremo sempre una persona dall’altra parte e i bisogni, le motivazioni, le paure e le necessità di una persona non cambiano. Se vogliamo persone motivate, legate all’azienda, capaci di dare il massimo, propense al coinvolgimento, sarà fondamentale comprendere cosa le muove e creare le migliori condizioni per rispondere a quelle esigenze.

Ci accorgeremo che i soldi non sono tutto e che le risorse della nostra azienda forse sono più ampie di quello che pensavamo ragionando solo in termini finanziari.

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