Sì le soft skill servono.
Ok le soft skill sono importanti.
Va bene, le soft skill fanno la differenza .
Ma come si fa a valutare le soft skill di una persona durante una selezione?
Abbiamo deciso di scrivere un articolo su un tema molto scivoloso, lo sappiamo.
Ma nel nostro DNA c’è questa inspiegabile voglia di condividere il nostro lavoro e di raccontarlo, per contribuire a un’immagine più autentica e più professionale del mestiere di recruiter.
Iniziamo quindi con il dire che no, il recruiting non è una scienza esatta, non ci sono domande assolutamente rivelatrici o questionari strutturati che garantiscono una radiografia perfetta del candidato.
Il nostro è un lavoro che si affina con il tempo e che richiede di evolvere e di adattarsi di continuo, non solo rispetto ai tempi che cambiano ma anche rispetto alla persona che incontriamo e all’azienda per la quale lavoriamo.
Certo, ci sono strumenti e test accreditati che cercano di portare un po’ di scienza e che aiutano in modo sostanziale, soprattutto a valutare aspetti così intangibili come le predisposizioni, le preferenze, lo stile di comportamento ecc….
Ma oggi non parleremo di quegli strumenti perché sappiamo che non tutte le aziende sono nelle condizioni di utilizzarli.
In questo articolo troverai alcuni suggerimenti pratici per valutare le soft skill e per integrarle correttamente in un processo di recruiting.
Cosa sono le soft skill?
Per soft skill si intendono le competenze trasversali: quelle che non sono legate in modo univoco a un ruolo ma che accompagnano il lavoratore e la lavoratrice a prescindere dalla mansione che ricopre.
Sono competenze desiderabili quindi in tutti i ruoli e influiscono su COME viene fatta una certa COSA.
Nel concreto ricadono nelle soft skill l’organizzazione, la comunicazione, il problem solving, la capacità decisionale, la delega, lo spirito analitico, la collaborazione, lo spirito di squadra, l’autonomia, la precisione, l’adattamento, la gestione dello stress, la capacità di coordinare altre persone…
Le soft skill, ormai l’avrai intuito, rendono più completa e più flessibile una persona e arricchiscono quindi la sua professionalità hard.
D’altro canto, queste stesse soft skill diventano hard skill per chi occupa posizioni manageriali. Chi è chiamato a coordinare, decidere, organizzare, gestire, guidare e occuparsi della crescita dei propri collaboratori lavorerà prevalentemente attraverso queste competenze che diventano quindi distintive e tecniche.
In quanto competenze vogliamo sottolineare che le soft skill non sono una dotazione genetica immodificabile. Anzi, sono capacità che possono essere acquisite, allenate, affinate e utilizzate con metodo e consapevolezza.
La stessa leadership è una competenza che può essere acquisita con metodo, studio e allenamento.
Perché sono importanti nel lavoro?
Le soft skill sono quelle competenze che facilitano le relazioni, la collaborazione e la cooperazione, il passaggio di informazioni.
Servono anche per differenziarci: a parità di competenze tecniche infatti saranno quelle trasversali a renderci diversi.
Sono utili nelle organizzazioni di qualsiasi dimensione superiore a una persona perché consentono di costruire rapporti professionali efficaci.
Fanno la differenza nella relazione con l’esterno, con clienti, fornitori e tutti gli stakeholder.
Contribuiscono al clima interno. E, non ultimo, hanno un impatto notevole nell’efficienza e nella produttività: le soft skill quindi supportano le hard skill valorizzandole o oliandole, a seconda della situazione.
Un’azienda che non valuta le soft skill quando valuta una nuova persona corre il serio rischio di vedere aumentare i conflitti interni, le inefficienze, il turnover, il malessere e la demotivazione.
È per questo che andrebbero definite in fase di job analysis. Limitarsi a indicare ruolo, mansioni, riporti gerarchici, retribuzione e benefit, piano di crescita non è sufficiente.
Quando cerchi una persona dovresti anche provare a immaginare che tipo di persona stai cercando. Per ricoprire al meglio quel ruolo, all’interno di quel team, dentro alla tua azienda quali saranno le soft skill più adeguate?
Hai bisogno di una persona in grado di mediare e di negoziare anche con i clienti interni o ti servono entusiasmo, apertura al nuovo, capacità di coinvolgere. Hai bisogno di una persona molto organizzata e precisa che sa lavorare in autonomia o è preferibile portare in quel tal ufficio un giocatore di squadra flessibile e adattabile più che meticoloso?
Saperlo in anticipo ti aiuterà moltissimo in fase di recruiting e di colloquio.
Se non vengono indicate nel CV?
Non sempre le soft skill vengono dichiarate nel CV al pari delle competenze tecniche, è abbastanza normale. A dire il vero ti consigliamo di diffidare di CV che contengono lunghi elenchi di soft skill.
Però il CV ti offre tutta una serie di elementi per iniziare a farti un’idea della persona:
- Che template ha scelto? ha optato per uno standard stile Europass o ha scelto un formato personalizzato?
- Le descrizioni nel CV sono accurate, sono dettagliate, sono sintetiche, sono ridotte a dei job title?
- Nel CV racconta qualcosa di sé o si limita a dichiarare studi ed esperienze svolte?
- Ha inserito le sue passioni? che passioni sono? Cosa ti raccontano di lui o lei?
Questi elementi non sono assolutamente sufficienti a definire le soft skill della persona dietro il CV ma sono indizi, puntini che raccogli e inizierai a unire solo quando avrai la persona di fronte.
Come indagare le soft skill durante il colloquio
Il colloquio, lo ricordiamo, è una conversazione, un dialogo, non un interrogatorio.
Le soft skill quindi non sono qualcosa da estorcere ma si raccolgono sostanzialmente attraverso due strade:
- Una diretta volta a comprendere anche l’auto-coscienza della persona che hai di fronte
- Una indiretta volta a confermare o smentire ciò che la persona dichiara e in grado anche di indagare aspetti potenziali che la persona non ha citato o non ritiene importanti
La strada diretta è fatta di domande che, in modo molto trasparente e schietto, vanno a far emergere queste competenze. Il nostro consiglio è di evitare la classica domanda dei “tre pregi e tre difetti” e di preferire domande che riguardano come una persona ha gestito una certa situazione o situazioni differenti chiedendole apertamente quali soft skill ha messo in campo.
Trovare il modo di collegare una soft skill alla realtà vissuta e agita, solo in questo modo potrai avere un riscontro più autentico della presenza effettiva di una certa competenza.
La strada indiretta ti chiede invece di affinare la tua capacità di osservazione e di ascolto e di formulare domande che indirettamente portano la persona a dare testimonianza delle proprie competenze trasversali. Lo si può fare parlando degli hobby e delle passioni extra professionali e creando delle domande che riguardano il futuro desiderato o ambito.
Naturalmente la valutazione delle soft skill va fatta unendo molti altri puntini raccolti osservando la persona e non limitandosi a quello che dice o che scrive.
Inoltre va detto che, contrariamente alle competenze tecniche, le soft skill, per essere “pesate” avrebbero bisogno di un tempo maggiore a quello di un singolo colloquio, ed è per questo che ogni selezione dovrebbe prevedere più incontri con la stessa persona prima di decidere la sua assunzione.
Quali sono le Digital soft skill
Vi è un sottoinsieme delle soft skill che riguarda il mondo digitale e tecnologico.
Possiamo chiamarla intelligenza tecnologica e non è la capacità di smanettare ma quella di utilizzare le soft skill anche all’interno di contesti e ambienti digitali.
In generale possiamo parlare di un Digital Mindset, ovvero di un atteggiamento di curiosità, apertura e sperimentazione positiva verso la tecnologia.
Nello specifico, all’interno delle digital soft skill, troviamo la capacità di comunicare on line e di coltivare e curare le relazioni a distanza, così come di collaborare in modo efficace e di coordinare persone anche lavorando da remoto.
Allo stesso modo la gestione delle informazioni aziendali o la capacità di usare la tecnologia per accedere a informazioni utili al business sono due digital soft skill.
In generale possiamo dire che oggi siamo chiamati e chiamate ad adattare le nostre soft skill sia al lavoro in presenza e off line, sia a quello da remoto e on line.
Le soft skill quindi sempre di più dovranno essere mutuabili sui due piani della realtà e capaci di sfruttare al meglio le opportunità date dal mondo fisico e quelle date dalla tecnologia.
Anzi, una soft skill importante è proprio quella di saper integrare senza confondere i due piani in una logica di onlife, come insegna Luciano Floridi.
Ma quali sono le soft skill più importanti?
Potrebbe essere questa la domanda che bussa alla tua porta alla fine di questo articolo. In realtà non è possibile stilare una classifica delle migliori soft skill. Le soft skill assumono importanza in funzione del ruolo, del contesto, del team di lavoro, dei valori aziendali…
Il Word Economic Forum ha stilato una lista di 10 soft skill cruciali, puoi scoprire quali sono in questo articolo.
Noi vogliamo aggiungere solo che chi è chiamato o chiamata a ricoprire ruolo manageriali e quindi deve coordinare altre persone dovrà allenare e affinare la leadership e quando parliamo di leadership parliamo di alcune skill ben precise:
- Credibilità rispetto al proprio ambito di lavoro e autorevolezza personale
- Capacità di sfidare lo status quo
- Capacità di proporre una visione e di ispirare
- Capacità di disegnare piani di azione all’interno dei quali coinvolgersi in prima persona
- Capacità di agevolare la coesione e la cooperazione
Parleremo di leadership e di self leadership il 24 novembre 2021, dalle 16:00 alle 18:00 presso Vecomp Academy a Verona: è un workshop gratuito, un momento di confronto e di lavoro personale che ha lo scopo di sviluppare consapevolezza e strumenti. A condurre l’incontro saremo Michele Manara e Roberta Zantedeschi.
Puoi partecipare anche tu se il tema soft skill ti interessa, registrati qui.