Pamela Salvaggio
Come head hunter cerco di intercettare i reali bisogni e trasformarli in motivazioni, per far incontrare le persone giuste con le aziende giuste.
Sono una mamma gemellare e questa esperienza fortissima mi sta insegnando che 1 + 1 non fa semplicemente 2.
La contemporaneità delle richieste, la necessità di incastrare le cose, la gestione dei conflitti, la centralità e l’unicità del singolo sono alla base della nuova e profonda prospettiva che si genera nell’occuparsi di qualcuno.
Accompagnare una persona nella sua crescita, sia essa educativa o professionale, non si limita certo alla semplice soddisfazione di un bisogno. Necessita di un errore matematico che porta a mettersi in gioco oltre la razionalità.
Tenere conto della soggettività e delle inclinazioni che la abitano è il materiale da cui parto astenendomi dal giudizio, un’inutile interferenza verso il raggiungimento della meta.
MI PIACE IL MIO LAVORO PERCHÉ
Percepisco ogni giorno la concretezza di qualcosa che nasce e prende forma tra le mie mani e posso osservare in modo tangibile il risultato del mio impegno.
In particolar modo, mi appassionano le ricerche impossibili, ma, ancora di più, i candidati “impossibili”, quasi insospettabili. Quelli che osservano passivi il mercato e appaiono soddisfatti della propria carriera, ma che non sanno di avere qualche potenzialità inespressa che può portare valore, se messa in condizione di esprimersi nel giusto contesto. E che opportunamente motivati, magari accettano di fare un colloquio, due, tre… e infine firmano una proposta di assunzione.
UN PICCOLO RETROSCENA
A volte mi succede che mi colpiscano delle intuizioni. Arrivano come un lampo e mi fanno capire che la persona che ho di fronte è quella giusta.
I colleghi mi prendono in giro, perché quando mi succede annuncio solennemente a tutti «chiudo la selezione con un candidato!».
E’ un momento magico, in cui la congiunzione di tutti i puntini (primo tra tutti quello della conoscenza del cliente e del contesto lavorativo ma, va detto, anche quello della fortuna) mi porta dalla visione, ad un’immagine concreta di apertura.
I MIEI VALORI
Sopra ogni altra cosa, credo nel rispetto per sé stessi e gli altri.
Non tollero le discriminazioni alimentate dagli stereotipi e la prevaricazione, la voce grossa di chi non accetta posizioni diverse dalle proprie o le “diversità”.
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